A me escono spesso, con cadenza mensile/bimensile/annuale, fin da quando ero una bimbetta sdentata con le treccine e lo scamiciato a quadrettoni rossi.
Tra le fissazioni che hanno caratterizzato la mia vita, alcune hanno avuto una lunga e florida vita, altre sono sopravvissute per un breve periodo per poi lasciare spazio ad altro.
- RED HOT CHILI PEPPERS: nel 2007 ho assistito al mio primissimo concerto senza genitori, a Udine. Il gruppo funk americano mi piaceva già da un po', conoscevo diverse canzoni e amavo segretamente Anthony Kiedis. Anzi, neanche troppo segretamente.
Dopo il concerto, il sentimento è cresciuto in misura esponenziale. Il mio i-pod è stato riempito dalla loro discografia, inediti e b-sides compresi, ho letto avidamente qualsiasi cosa mi capitasse riguardante la storia della band e dei componenti, un libro con i testi delle loro canzoni è spuntato sotto l'albero il Natale successivo, ho girato per casa cantando "Sir Psycho Sexy" a squarciagola sotto gli sguardi terrorizzati dei miei parenti. Io e una mia amica abbiamo più volte fantasticato su un futuro concerto, in cui io e lei saltiamo sul palco in qualche modo (conversazione origliata e male interpretata da mia madre, peraltro. Bei momenti.)
Insomma. Un amore incondizionato, che sopravvive nonostante la nostalgia per John Frusciante e i suoi coretti. - MACCHIE: disegnare macchie mi rilassa come null'altro. Grandi, piccole, inclinate o perfettamente simmetriche, il pennarello in mano mia diventa un pennello e disegna una chiazza, come quelle dei cartoni animanti. Cinque "punte" arrotondate, larghe, colorate con una precisione maniacale. Il risultato è quasi una stampa. I miei quaderni delle medie e delle superiori sono pieni di queste simpatiche immagini, insieme a peni sorridenti o sconvolti e a qualche esercizio di matematica.
- LINGUA INGLESE: o la ami o la odi. Affascinantissima, musicale e fluida, l'inglese ha su di me un grande effetto da sempre. Da piccolissima non c'era verso di farmi addormentare, se non mettendo su il "Best of" dei Queen e attendendo con pazienza fino alla quarta/quinta traccia. All'età di quattro anni correggevo i testi che mio fratello diciassettenne scriveva ascoltando le canzoni dei suoi idoli, e avevo sempre e comunque ragione. Ora la mia passione per questa lingua mi porta ad essere spesso cercata per traduzioni, aiuto e pronuncia. Viva la modestia.
- DISCORSI CHE MAI AVVERRANNO: alias giochi di ruolo in cui sono l'unica a giocare. Nei momenti di solitudine, mi divertivo moltissimo a creare nella mia mente situazioni a caso con persone a caso, in cui le cose si evolvevano sempre come nelle migliori puntate delle migliori serie tv americane (non sono mai arrivata ai livelli delle telenovelas, deo gratias): per esempio, baci rubati con una certa veemenza che si concludono con una clamorosa sberla e una frase tipo "Brucerei tra le fiamme dell'inferno piuttosto che cedere a te!". Una cosa alla Chuck e Blair da Gossip Girl insomma.
- VIDEOCLIP PERSONALI: spero di non essere l'unica a rimanere spesso delusa dai videoclip delle canzoni. Dai, certe volte capita che per una canzone d'amore scelgano di fare un video in cui quattro hawaiane ballano la hula alle pendici di un vulcano. Sicchè la mia mente inizia a lavorare e inventa scenette bucoliche molto più pertinenti. Ah, ovviamente la protagonista sono sempre io.
- DIALOGHI CON GLI ANIMALI: nella loro lingua, ovviamente. Discorsi serissimi, quasi filosofici, occhi negli occhi con cani, gatti, criceti, qualunque bestiola dotata di orecchie abbastanza fine da capire che quei versi spasmodici, quei lamenti soffocati venivano da me, erano un vano tentativo di adattarmi al loro livello. Ho smesso quando mio fratello mi ha scoperta in un dialogo sulla sterilizzazione con la mia gatta. Tre mesi fa.
- THESIMS: conoscete tutti questo videogioco, questo "simulatore di vita"? Ecco, dai 13 anni è la mia passione. Mi diverte avere un potere simile sui personaggi del gioco, mi fa sentire Dio. Decido delle loro vite, della loro morte, perfino dei loro gusti. La maggior parte delle volte muoiono di morti atroci. Che volete, sono un Dio implacabile.
- PESO: ho intenzione di fare un post sull'argomento, quindi non mi dilungo troppo. Fatto sta che, per varie ragioni, la questione del peso ha sempre caratterizzato la mia vita. O quantomeno tutta la mia adolescenza. Bilancia, dieta, misure, carboidrati, grassi idrogenati...ho sentito più spesso queste parole, rispetto a "ti voglio bene".
BEH, that's it.
Ovviamente ce ne sono altre, più imbarazzanti o meno imbarazzanti, ma al momento non mi va di condividerle. Lo sputtanamento virtuale deve essere graduale, altrimenti che gusto c'è?!
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